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GUILLAUME
APOLLINAIRE
1. Vita
Si chiamava Wilhelm
Apollinaris de Kostrowitzsky. Nato a Roma nel 1880 da un ex-capitano borbonico
italiano di famiglia nobile, Flugi d'Aspermont, che non lo riconoscerà mai, e
da una giovane nobildonna russa, visse i suoi primi anni tra Roma, Monaco, Nizza
e Cannes. Apollinaire giunse a Parigi nel 1902, a vent'anni. Segue un lungo
periodo di gravi difficoltà economiche, collaborazioni affannose con riviste
letterarie di tutti i tipi, fino alle prestigiose «Revue blanche» e al «L'Européen».
Debuttò come critico d'arte nel 1905 con un articolo su Picasso fu lui a
scoprire questo pittore, conosciuto poco tempo prima nei caffè tra Montmartre e
i boulevards; qui conobbe anche Braque, Matisse (di cui scrisse nel 1907), Dufy,
Max Jacob: tutti gli esponenti dell'avanguardia artistica, allora sconosciuti e
giovani spiantati. Fu il primo a sostenere i fauves, presentando nel 1908 opere
di Matisse, Derain ecc.. Appoggiò la 'rivoluzione' cubista con uno scritto
rimasto celebre, I pittori cubisti (Les peintres cubistes, 1913). Conobbe tra
l'altro anche Marie Laurencin, con cui ebbe una relazione, e che lo ritrae in un
olio, Apolinnaire et ses amis [Apollinaire e i suoi amici], tra Picasso,
Gertrude Stein, Fernande Olivier, la poetessa Marguerite Gillot, Maurice
Cremnitz oltre che sé stessa. Fondò riviste. Entrò in contatto con Marinetti
e scrisse il manifesto L'antitradizione futurista (L'antitradition futuriste,
1913). Fu sempre pronto a cogliere l'importanza di artisti dalle tendenze
disparate, da Delaunay a Picabia a De Chirico. Apollinaire fu il primo a
procurarsi, avventurosamente, le prime sculture negre e a spiegarne
l'importanza. Nella ricerca di trovare la "corrispondenza" che
sintetizzi parola e stile, immagine visiva e idea, crea i calligrammi (come
quello del cavallo, 1917).
Nel 1914 si arruola, viene inviato al fronte, ferito alla testa nel 1916.
Apollinaire muore nel novembre 1918 stroncato dalla spagnola, in un momento in
cui la cultura europea si avvia a ricostiruirsi dopo le macerie (ideologiche e
mentali, oltre che materiali e umane) della guerra.
2. Opere
Numerose le opere in prosa
di Apollinaire. L'incantatore imputridito (L'enchanteur pourissant, 1908). I
racconti riuniti ne L'eresiarca & C. (L'hérésiarque et Cie, 1910). Il
poeta assassinato (Le poète assassiné, 1916). Il dramma pre-surrealista Le
mammelle di Tirésias (Les mamelles de Tirésias) rappresentato nel 1917. La sua
fama resta essenzialmente affidata a due raccolte poetiche: Alcools (1913), e
Calligrammi (Calligrammes, 1918). Alcools raccoglie 50 componimenti
rappresentativi di una produzione che va dal 1898 al 1913. Vi troviamo poesie
ostentatamente moderniste quali Zona, o L'emigrante di Lander Road, in cui il
discorso poetico tende a frantumarsi, procedendo per accumuli eterocliti di
materiali tratti dall'attualità più provocatoria e stilisticamente più bassa.
Mentre altre poesie sono risolte in una pura linea di canto, che ripropongono
cadenze e temi neoromantici come in Le pont Mirabeau, o che si giovano dei
modelli più collaudati del post-simbolismo.
Calligrammi raccoglie
86 «poesie della pace e della guerra». Solo 19 hanno vera e propria struttura
di calligrammi. E' il momento più avanzato della ricerca formale di Apollinaire.
L'«ideogramma lirico» sfrutta le possibilità figurative dei segni verbali. Il
«poème-conversation», la giustapposizione di frammenti di dialogo, tende a
riprodurre, colte sul nascere, le molteplici sfaccettature del reale,
infrangendo ogni gerarchia tra il prosastico e il poetico. Il ritmo accelerato
del testo «simultaneo», che trova il suo equivalente nella tecnica compositiva
del cubismo, spinge l'immagine in libertà sulle soglie del surrealismo.
L'originalità e il
vero volto della poesia di Apollinaire, sono nel parlato continuo, nella
discorsività ininterrotta che, assecondati dal movimento di una sintassi
poetica liberata, unificano i differenti versanti della sua sperimentazione.

IL
BESTIARIO
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